Casumaro
Le vicende di questa frazione sono legate all’antica corte di Trecentola.
Questa corte, che ai tempi dei longobardi si estendeva dal Secchia fino ai confini con l’esarcato di Ravenna, venne suddivisa in due parti (anno 749):
la parte nord al re longobardo Astolfo, la parte sud al fratello Anselmo che nel frattempo era divenuto abate dell’abbazia di Nonantola.
Vicino al luogo, che poi divenne il paese, si trovava un castello importante per i longobardi: il castello di Ponte Duce, poi distrutto attorno al 1213.
A partire dal XI sec. inizia la cessione del territorio in enfiteusi alle famiglie locali, le quali iniziano l’opera di bonifica che lo renderà adatto alle colture agricole.
Per decenni, dopo il mille, tre diverse amministrazioni si contendono la giurisdizione del territorio: Ferrara e la Chiesa, Bologna e Cento, Modena e Nonantola.
E’ del 1017 l’atto della donazione di Richilca, regina longobarda, che notifica la donazione della propria parte della corte di Trecentola all’abbazia di Nonantola.
Nell’anno 1131 l’abbazia ufficializza anche i possedimenti dei vescovi bolognesi nella Trecentola meridionale, istigando le ire della curia Modenese.
A seguito della distruzione di Ponte Duce ed Ansa la Regina (città longobarda di dubbia collocazione all’interno della corte) si rafforza sempre più la gestione dell’enfiteusi,
fino all’atto del 1358 dove l’abbazia riconferma la proprietà della parte nord della corte di Trecentola agli estensi, mentre quella sud al vescovo di Bologna purché questi la lasciasse in enfiteusi ai centesi.
E’ di quest’anno la consacrazione del toponimo Casumaro. L’anno seguente i vescovi di Bologna ratificheranno l’atto.
A Cento nasce la partecipanza agraria, che insieme a quella di Pieve si spartirà la gestione di Casumaro e del Malaffitto.
E’ del XV sec. anche la costruzione della chiesa parrocchiale (forse 1449),
fondata su di un precedente oratorio per volontà del vescovo di Modena a causa dell’inagibilità ricorrente della chiesa di Finale Emilia,
dovuta ai ripetuti straripamenti stagionali del Reno. La costruzione nel tempo subisce lavori di abbellimento ed ingrandimento;
la facciata viene conclusa nel ‘700 mentre l’altare maggiore viene costruito nel 1799. Solo nel 1838 il Duca di Modena Francesco IV cede la parrocchia alla giurisdizione di Bologna in qualità di Pieve sotto giurisdizione centese.
Nel 1863 avviene la definitiva affrancazione dei terreni di Casumaro da Modena.
Il territorio di Casumaro oggi è amministrato a nord dal comune di Bondeno ed ad ovest da quello di Finale Emilia.
A sud è l’amministrazione del comune di Cento, che detiene anche la paternità della frazione; questo nonostante negli anni ’50 sia stato votato un referendum per la proclamazione a comune autonomo.
Il sisma del 2012 purtroppo ha colpito anche qui, danneggiando gravemente il centro storico e la chiesa.